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GSE & Fotovoltaico: lo scambio sul posto

Lo scambio sul posto (SSP), disciplinato dalla deliberazione dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, è un meccanismo di scambio dell’energia elettrica che consente di immettere in rete l'energia elettrica prodotta non immediatamente autoconsumata, per poi prelevarla in un momento successivo per soddisfare i propri consumi elettrici. L’energia scambiata con la rete viene valorizzata dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) in forma di contributo finanziario, in funzione dei prezzi di mercato dell'energia.

Nel caso in cui l’utente dello scambio sia connesso alle reti di bassa o media tensione, il GSE, nell’ambito della convenzione per lo scambio sul posto, eroga, su base annuale, il contributo in conto scambio CS, calcolato come segue:

dove:

  •  OE  è pari al prodotto tra la quantità di energia elettrica prelevata e i Prezzi Unici Nazionali (PUN) orari dell’energia elettrica
  •  CEI  è pari al prodotto tra l’energia immessa in rete e il prezzo zonale orario che si forma sul Mercato del Giorno Prima (MGP)
  •  CUsf è il corrispettivo unitario di scambio forfetario annuale. In sintesi, è un termine che tiene conto dei costi di distribuzione, dispacciamento, ecc.
  •  Eè il valore minimo tra l’energia elettrica immessa in rete e quella prelevata

Nel caso in cui, per un utente dello scambio, il termine CEI  fosse superiore al termine OE, la differenza tra questi due termini verrà liquidata come eccedenza, ovvero si configurerà come un corrispettivo ulteriore e diverso rispetto al contributo in conto scambio CS. Il GSE procede all'erogazione del contributo in conto scambio su base semestrale (in acconto) e su base annuale (in conguaglio) come segue:

1. il contributo in conto scambio di acconto del primo semestre viene pubblicato entro il giorno 15 del mese di maggio di ciascun anno per le convenzioni che risultano attive al 31 marzo dell'anno “n" di competenza. L'erogazione viene effettuata entro il 15° giorno lavorativo del mese di giugno dell'anno “n";

2. il contributo in conto scambio di acconto del secondo semestre viene pubblicato entro il giorno 15 del mese di ottobre di ciascun anno per le convenzioni che risultano attive al 30 settembre dell'anno “n" di competenza. L'erogazione viene effettuata entro il 15° giorno lavorativo del mese di novembre dell'anno “n".

Il contributo in conto scambio di conguaglio, invece, viene pubblicato entro il giorno 15 del mese di Maggio dell'anno “n+1", con riferimento all'anno di competenza “n". L'erogazione viene effettuata entro il 30 giugno dell'anno successivo a quello di competenza.

Le tempistiche di pubblicazione possono essere modificate dal GSE in ragione di eventuali variazioni alla normativa di riferimento o per esigenze tecnico-operative condivise con l'AEEGSI.

Il guadagno ottenibile con lo scambio sul posto dipende dai prezzi dell’energia, questi ultimi variano di ora in ora. Per una valutazione dettagliata, si consiglia di contattare i tecnici di Innova che vi forniranno un prospetto economico e finanziario il più verosimile possibile.

Ma precisamente cos’è lo scambio sul posto e come vi si può aderire?

Il servizio di Scambio sul Posto è una particolare forma di autoconsumo in sito che consente di compensare l’energia elettrica prodotta e immessa in rete in un certo momento con quella prelevata e consumata in un momento differente da quello in cui avviene la produzione. Nello Scambio sul Posto si utilizza, quindi, il sistema elettrico quale strumento per l’immagazzinamento virtuale dell’energia elettrica prodotta ma non contestualmente autoconsumata. 

I produttori che intendono aderire al servizio di Scambio sul Posto hanno due modalità per la presentazione della richiesta: il modello unico o la procedura standard. Il Modello Unico è un iter semplificato per la realizzazione, la connessione e l'esercizio di nuovi impianti fotovoltaici per i quali sia richiesto contestualmente l'accesso allo Scambio sul Posto. I produttori interessati dovranno quindi interfacciarsi unicamente con i gestori di rete per inoltrare la domanda. Il GSE provvederà ad attivare la convenzione e a comunicare all'utente il codice e il link per visualizzarla sul Portale SSP. La Convenzione sarà attivata a partire dalla data di attivazione della connessione, così come comunicata dal gestore di rete. Il Modello Unico può essere utilizzato dai produttori di impianti fotovoltaici con le seguenti caratteristiche:

  • realizzati presso clienti finali già dotati di punti di prelievo in bassa tensione;
  • aventi potenza non superiore a quella già disponibile in prelievo;
  • aventi potenza nominale non superiore a 20 kW;
  • per i quali sia richiesto contestualmente l'accesso al regime dello Scambio sul Posto;
  • realizzati sui tetti degli edifici con le modalità previste dal D.lgs. n. 28/11;
  • assenza di ulteriori impianti di produzione sullo stesso punto di prelievo.

Per tutti gli altri casi, sarà necessario ricorrere alla procedura standard.

I produttori che vogliono aderire allo Scambio sul Posto devono presentare, entro 60 giorni dalla data di entrata in esercizio dell'impianto, un'apposita richiesta attraverso il Portale e quindi stipulare un contratto con il GSE per la regolazione dello scambio. Il Portale dovrà essere utilizzato dai produttori aderenti alla Convenzione anche per le successive fasi di gestione tecnica, economica e amministrativa del servizio.

Il contratto, di durata annuale solare, è tacitamente rinnovabile. La Convenzione ha in generale scadenza il 31 Dicembre di ogni anno. Chi intende recedere anticipatamente dalla convenzione può farlo attraverso l'invio di una disdetta tramite il Portale informatico, almeno 60 giorni prima della data dalla quale si intende recedere.

Per maggiori informazioni, consultare il sito del GSE.

Inverter fotovoltaici: ecco i migliori

Gli inverter fanno più genericamente parte di una famiglia di dispositivi elettrici chiamati convertitori statici, ossia dispositivi in grado di convertire una grandezza elettrica come la tensione o la frequenza. Più precisamente, gli inverter hanno lo scopo di convertire la tensione continua proveniente dal generatore fotovoltaico in una tensione alternata avente le caratteristiche della rete elettrica alla quale lo stesso è connesso. La quasi totalità degli inverter opera in bassa tensione, Monofase (230 Vac) o Trifase (400 Vac), con una frequenza di rete di 50 Hz oppure ad alta frequenza, grazie all’interposizione di un trasformatore idoneo. Oltre alla conversione della tensione, gli inverter per applicazioni fotovoltaiche hanno una particolarità, ossia quella di essere dotati di un sistema di inseguimento della massima potenza (MPPT: Maximum Power Point Tracking). L’inseguimento viene realizzato mediante un circuito ad impedenza variabile che adatta il carico alle condizioni di generazione di energia fotovoltaica, ciò garantisce che il modulo FV operi sempre in condizioni di massima potenza anche al variare dell’irraggiamento solare e/o della temperatura ambiente. Gli inverter odierni sono autoregolanti: in funzione della tensione di lavoro, approssimano l’onda sinusoidale grazie ad un treno di impulsi a durata variabile (Metodo PWM – Pulse Wave Modulation). Questa approssimazione è realizzata da dispositivi di potenza quali Mosfet, Tiristori o IGBT che vengono fatti operare a frequenza elevata, più elevata rispetto alla frequenza di rete. L’inverter, quindi, adegua la frequenza e sincronizza la tensione ai fini della messa in parallelo con la rete stessa e si disattiva automaticamente se i valori di tensione e di frequenza escono dai limiti prestabiliti.

Il collegamento alla rete elettrica di bassa tensione è regolamentato dalla norma CEI 11-20. La connessione monofase è possibile solo fino ad una potenza massima nominale dell’inverter inferiore a 6 kW (10 kW in accordo con il gestore di rete). Per potenze superiori deve essere adottata una soluzione trifase.

Le proposte commerciali attualmente disponibili sul mercato sono le più disparate. Per il settore residenziale si può fare una cernita tra alcuni produttori.

Inverter SolarEdge

SolarEdge propone inverter monofase con tecnologia HD-Wave. Gli inverter monofase con tecnologia HD-Wave di SolarEdge rappresentano un’autentica rivoluzione rispetto agli inverter tradizionali. Vincitori del prestigioso premio Intersolar Award 2016 e del rinomato Edison Award 2018, sono specificamente progettati per funzionare con gli ottimizzatori di potenza SolarEdge e sono coperti da una garanzia standard di 12 anni, estendibile fino a 20 o 25 anni. Poiché la gestione della tensione e dei punti di massima potenza (MPPT) è eseguita dall'ottimizzatore di potenza per ogni singolo modulo, l'inverter è responsabile solo della conversione della corrente continua in corrente alternata (CC/CA). Di conseguenza, l’inverter SolarEdge è un inverter meno complesso, più economico e più affidabile. Oltre alle sue funzionalità come inverter ottimizzato sul lato CC, l’inverter monofase è in grado di gestire anche la batteria e l’energia nelle soluzioni di accumulo StorEdge di SolarEdge. L’ultima generazione degli inverter monofase SolarEdge è progettata con una innovativa tecnologia di conversione, basata su una commutazione distribuita gestita da un potente processore DSP. L’inverter è in grado di sintetizzare un’onda sinusoidale pulita permettendo una notevole riduzione degli elementi magnetici e di raffreddamento. Più piccolo e leggero, risulta più facile da spedire e conservare ed è, inoltre, installabile da un’unica persona. Infine, il livello record di efficienza del 99% consente una maggiore produzione di energia e un più rapido ritorno dell’investimento. 

Inverter Huawei

Huawei, impegnata anche nell’ambito delle tecnologie rinnovabili, ha lanciato la generazione 5.0 delle soluzioni per Impianti fotovoltaici. Con FusionSolar e FusionHome Smart Energy Solution migliora l’efficienza end-to-end nella generazione di energia e le attività di monitoraggio, diagnostica e reporting O&M. La gamma inverter ibridi monofase per il residenziale SUN2000L disponibile da 2 kW, 3kW, 3.68kW, 4.6 kW, 5kW, presenta un design ultracompatto e moderno. Installabili sia su impianti esistenti sia su nuovi, sono già pronti per l’accumulo grazie all’interfaccia integrata. L’efficienza  può arrivare fino al 98,4%. Questa famiglia di inverter è stata premiata con il “Reddot Award 2016” e con il “Design Award 2017”. La sicurezza e l’affidabilità sono il punto di forza dei prodotti Huawei: protezioni da sovratensioni CC e CA e certificazione IP65 distinguono questi inverter.

Inverter ABB

ABB offre un portafoglio completo di convertitori di potenza ed inverter per un'ampia gamma di applicazioni. I convertitori di potenza e gli inverter ABB aiutano i propri clienti a generare e produrre energia in modo efficiente. Sono configurati per lavorare nelle condizioni più avverse e per ridurre i costi operativi. La nuova serie di inverter monofase di ABB, UNO-DM-PLUS, rappresenta la soluzione ottimale per installazioni residenziali. Tutti i modelli, con classi di potenza da 3.3 a 5.0 kW, sono racchiusi nello stesso involucro, alte prestazioni con il minimo ingombro. Il design flessibile e a prova di futuro consente l'integrazione con dispositivi intelligenti per l’automazione di edifici.

Caratteristiche principali:

  • Comunicazione wireless e web server integrato
  • Design all’avanguardia con connettività wireless nativa per la facile integrazione in smart building e smart grid
  • Controllo dinamico dell’immissione in rete (per esempio “zero immissione”)
  • Aggiornamento da remoto del firmware per l’inverter e i suoi componenti
  • Procedura di commissioninig semplificata
  • Doppio MPPT

Inverter SMA

Sunny Tripower 3.0–6.0 è la soluzione di SMA che garantisce massimi rendimenti energetici per le abitazioni private. Le elevate performance dell’inverter e il massimo comfort risultano la perfetta combinazione di vantaggi per gli utenti. Grazie ai servizi integrati e alle soluzioni in caso di ombreggiamento, questa soluzione è in grado di superare qualsiasi sfida, anche sui tetti più insidiosi. In questo modo Sunny Tripower assicura, in maniera affidabile, il massimo rendimento energetico riducendo i costi. Il servizio gratuito SMA Smart Connected analizza il funzionamento dell’inverter, segnala immediatamente le anomalie all’installatore e garantisce la massima redditività dell’impianto. Tramite il portale di monitoraggio Sunny Portal, il proprietario e l’installatore monitorano in qualsiasi momento l’impianto tenendolo sotto controllo.

Dopo questa breve carrellata, sorge spontanea una domanda. Ma quale è l’inverter fotovoltaico migliore? Non esiste una risposta. Sono tanti e diversi gli aspetti da valutare: durata della garanzia, piattaforma di monitoraggio, qualità dei materiali, sistema di produzione, connettività, peso, design, certificazioni, protezioni. L’inverter fotovoltaico migliore è quello che soddisfa al meglio i requisiti richiesti.

Quali sono i migliori moduli fotovoltaici?

I moduli in silicio mono o poli-cristallino rappresentano la tecnologia più diffusa sul mercato. Ciascun modulo è costituito da un congruo numero di celle. La singola cella fotovoltaica, infatti, non presenta tensioni e correnti idonee per fini energetici, è così indispensabile unire elettricamente più celle, collegate in serie, parallelo o in serie/parallelo. Il collegamento in serie consente di incrementare il voltaggio complessivo del modulo, senza incrementare la corrente; diversamente, il collegamento in parallelo incrementa la corrente di uscita senza modificare il voltaggio complessivo. Per innalzare la potenza elettrica del modulo, si arriva a comporlo con 72 celle, solitamente suddivise in due blocchi da 36. All’interno di ogni blocco, le celle sono collegate in serie. Qualora una delle celle venisse ombreggiata, erogherebbe una minore corrente. Poiché, però, le celle sono in serie, la corrente circolante sarà la stessa per tutto il blocco e sarà uguale a quella della cella ombreggiata. Le coppie lacune-elettrone generate dalle celle soleggiate vengono assorbite dalla cella in ombra, che diventa un vero e proprio carico. Tutto ciò comporta un graduale aumento della temperatura ed un evidente calo della potenza del pannello fotovoltaico. Per contenere tale problema, si installano in parallelo ad un certo numero di celle, dei diodi di by-pass che escludono la zona ombreggiata e garantiscono una potenza in uscita accettabile. I diodi sono installati all’interno della scatola di giunzione posta sul retro del modulo e da quest’ultima dipartono i collegamenti elettrici. La scatola di giunzione contiene in genere da 2 a 6 diodi di by-pass e presenta le connessioni elettriche del pannello, solitamente realizzate con connettori MultiContact del tipo MC3 o MC4.

Le prestazioni di un modulo fotovoltaico sono calcolate secondo quanto definito dalla norma CEI 82-3 ovvero ipotizzando un irraggiamento di 1000 W/m2, una temperatura della cella di 25 ºC e un AM1.5. Queste sono le condizioni standard di prova. L’efficienza (o rendimento) di un pannello fotovoltaico è definita come rapporto tra la sua potenza definita in condizioni standard e il prodotto tra la superficie del modulo e la corrente da esso generata sempre in condizioni standard. I migliori pannelli fotovoltaici, dunque, sono quelli che, oltre ad usare materiali di qualità, si contraddistinguono per valori elevati dell’efficienza. I pannelli fotovoltaici ad alto rendimento si caratterizzano per rendimenti alti ma anche per Fill-Factor prossimi all’unità. È evidente che il pannello fotovoltaico migliore è quello che riesce ad erogare una corrente costante al variare del voltaggio. L’allontanamento da questa situazione ideale viene quantificato dal Fill-Factor. Più questo indice è elevato, più il modulo è di qualità. I pannelli fotovoltaici di ultima generazione presentano Fill-Factor superiori a 0,8.

Un altro aspetto da non sottovalutare sono i materiali scelti per realizzare il pannello fotovoltaico. Silicio di prima qualità e materiali di ottima fattura contraddistinguono i pannelli fotovoltaici di ultima generazione ad alto rendimento.

I moduli fotovoltaici in Silicio sono costituiti da diversi strati di materie prime:

  • Vetro (i moduli costruiti in Italia abitualmente usano vetro da 4 mm di spessore)
  • Etilene vinil acetato – EVA (composto elastico utilizzato a protezione delle celle fotovoltaiche)
  • Celle mono o policristalline
  • EVA
  • Backsheet o Tedlar (copertura di fondo)

I pannelli fotovoltaici di ultima generazione tedeschi sono sicuramente prodotti di ottima qualità, ma non sono gli unici. Diversi produttori si stanno sempre più imponendo sul mercato con nuovi moduli fotovoltaici altrettanto di qualità. Un buon prodotto si caratterizza per una scheda tecnica completa, dettagliata e con i migliori parametri. La scheda tecnica di un pannello fotovoltaico può essere reperita facilmente sul sito del produttore.

Come fa un pannello fotovoltaico a produrre corrente?

I pannelli fotovoltaici sono dispositivi optoelettronici costituiti da celle fotovoltaiche. Le celle fotovoltaiche sono dispositivi in grado di convertire l'energia solare in energia elettrica mediante effetto fotovoltaico. Il Diossido di Silicio è il costituente principale delle celle. È ottenuto tramite fusione di Polverino di Carbone e sabbia. Dalla fusione, si ottiene Silicio al 98% di purezza, che, trattato in forno con acido idrocloridrico, diventa liquido e, distillato a 1000 ºC, assume, nel raffreddamento, le caratteristiche di Silicio Monocristallino o Policristallino.

La produzione di energia elettrica è possibile grazie alla giunzione p-n, realizzata in ciascuna cella fotovoltaica. La giunzione p-n è costituita da due zone: una con eccesso di elettroni (strato n) ed una con eccedenza di lacune (strato p). Il Boro viene impiegato per realizzare la regione di tipo p mentre il Fosforo per quella di tipo n. Il Silicio drogato con il Boro (p) quando è posto a contatto con quello drogato con il Fosforo (n) inizia ad assorbire gli elettroni di quest’ultimo e trasferisce le sue lacune. In tal modo, dopo brevissimo tempo, il lato-p sarà polarizzato negativamente mentre il lato –n positivamente.

È la radiazione solare che, grazie all’effetto fotoelettrico, fornisce i pacchetti energetici (fotoni) che inducono il rilascio di una coppia elettrone-lacuna. Il Silicio è sensibile a tale effetto per le radiazioni di lunghezza d’onda compresa fra 0.4 e 1.1 micron. Lunghezze d’onda maggiori non vengono assorbite. I fotoni a lunghezze d’onda inferiori di 0.4 micron, invece, vengono utilizzati solo in parte per l’effetto fotoelettrico, i restanti causano solo un aumento di temperatura della cella.

La tipica cella fotovoltaica prodotta industrialmente è costituita da una sottile fetta di silicio mono o policristallino, di spessore variabile fra 0.08 e 0.3 mm, di forma quadrata, rettangolare o circolare. Nello spessore della cella si distinguono due strati semiconduttori: quello superiore esposto alla radiazione solare, molto sottile, di tipo n, ed un secondo strato, di tipo p, in cui avviene l’assorbimento della luce incidente. La luce genera all’interno della cella le coppie elettrone-lacuna, che migrano verso gli elettrodi sotto l’azione del campo elettrico presente alla giunzione p-n: gli elettroni vengono raccolti dall’elettrodo superiore, le lacune da quello inferiore, creando, così, un generatore di corrente. Il comportamento elettrico di una cella può essere rappresentato con un circuito elettrico equivalente, come in figura.

La conduttanza Gi tiene conto delle dispersioni verso terra durante il normale funzionamento mentre Rs rappresenta le perdite interne della cella e dipende dallo spessore della giunzione p-n, dalle impurità presenti e dalla resistenza di contatto. L’efficienza di conversione della cella è fortemente influenzata dal valore di Rs. È evidente che da un punto di vista energetico sarebbe auspicabile che tutte le coppie elettrone-lacuna generatesi dall’effetto fotoelettrico fluiscano verso il carico esterno, senza ricombinarsi all’interno della stessa giunzione. Per far ciò è importante che la conduttanza della cella sia la più bassa possibile e ciò dipende dalla qualità e dal grado di purezza della cella stessa. Qualora venga ad aumentare la resistenza Rs, associata al cablaggio elettrico della cella e al sistema di fissaggio dello stesso, la riduzione di voltaggio aumenterebbe considerevolmente a causa della caduta sull’interfaccia che separa la cella dai contatti.

Le caratteristiche della cella si modificano al variare della temperatura e della irradiazione solare incidente. Al diminuire della potenza radiante, si ha una decisa riduzione della corrente di corto-circuito, di contro il voltaggio a circuito aperto non varia in modo marcato; il risultato sarà una forte diminuzione della potenza massima erogabile dal pannello fotovoltaico. La temperatura, invece, gioca un ruolo differente, modificando, invece, il voltaggio a circuito aperto e operando una moderata influenza sulla corrente di corto-circuito; l’influenza sul valore di potenza massima risulta meno marcata. La temperatura di lavoro della cella (NOCT) viene fornita dal costruttore e rappresenta la temperatura raggiunta dalla cella quando sottoposta ad un irraggiamento di 800 W/m2, ad una temperatura dell’aria di 20 ºC, ad una velocità del vento di 1 m/s e ad uno spettro di radiazione AM1.5. Tanto più piccolo è il NOCT, tanto migliore è la qualità della cella, poiché un NOCT basso indica una buona capacità di conversione energetica ed un buon smaltimento del calore. Il NOCT, in genere, è compreso tra 41 e 50 ºC.

Comunità energetiche: come abbattere i costi in bolletta e promuovere l’autoconsumo

Sulla base dell’esempio di molti Paesi europei, come la Germania, anche in Italia sarà possibile, per incentivare l’autoconsumo, cedere ai propri “vicini” l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico. E’ quanto previsto in futuro dalla direttiva europea Red II.

Ecco che nascono le Comunità Energetiche, un vero e proprio modello innovativo di distribuzione e consumo di energia, a vantaggio di limitrofe unità produttive o residenziali, che potrebbe interessare diversi soggetti e tipologie di edifici, dalle coperture di capannoni industriali, a quelle di centri commerciali o immobili pubblici. Nei condomini, l’energia prodotta potrà essere utilizzata non solo per le parti comuni dell'edificio (come ascensori e luci dei vani scala), ma anche per le singole unità, grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico condiviso. In termini economici si parla di un risparmio in bolletta del 30%.

Il consumatore sarà sempre di più al centro di questo processo attraverso la scelta del fornitore di energia e la corretta valutazione delle offerte commerciali, ma soprattutto grazie all’autoproduzione e all’adozione di sistemi di accumulo e di gestione in termini di efficienza dei consumi.

In questa direzione si muove anche la proposta avanzata da Legambiente e Italia Solare al KeyEnergy 2019, che prevede di introdurre una disciplina sperimentale per alcune delle configurazioni previste dagli articoli 21 e 22 della Direttiva UE 2018/2001, e si applicherebbe ai clienti con minori consumi connessi alla rete in bassa tensione, che sono oltretutto quelli che attualmente pagano l’energia a costi maggiori. Questi clienti potranno associarsi per l’installazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile e potranno condividere l’energia autoprodotta. Gli impianti dovranno essere connessi alla stessa rete di bassa tensione. L’energia prodotta da tali impianti sarà immessa nella rete di distribuzione e sarà considerata condivisa nella misura in cui i clienti finali associati consumano simultaneamente alla produzione. Sono previsti vantaggi per l’energia prodotta e consumata istantaneamente proprio in quanto questi soggetti massimizzano l’uso dell’energia rinnovabile ed utilizzano configurazioni capaci di garantire la massima efficienza nell’uso degli impianti e delle reti. Inoltre, le esenzioni previste saranno studiate proprio per evitare aggravi ingiustificati nei confronti degli altri consumatori di energia. Tra gli altri vantaggi proposti troviamo:

  • l’esclusione dai costi di trasmissione, considerata la vicinanza fra consumo e produzione sulla stessa linea di bassa. Lo stesso vale per il compenso a remunerazione delle perdite di rete, in quanto l’energia è prodotta dagli stessi cittadini che la consumano.
  • l’esenzione dal dispacciamento e dal capacity esclusivamente per l’energia autoconsumata istantaneamente, dato che si riduce il peso sul sistema della sicurezza.

Per i clienti non ci saranno sostanziali differenze riguardo le attuali tipologie contrattuali di vendita ma questi potranno ottenere un guadagno sulla differenza fra prezzo al dettaglio e prezzo all’ingrosso, scansando le intermediazioni commerciali. Secondo la proposta, ogni associazione di clienti finali individuerà al proprio interno un soggetto mandatario delegato al riparto dell’energia condivisa fra i clienti finali associati. Tale attività non sarà soggetta alla disciplina regolatoria.

In definitiva, questo sistema non porterà maggiori costi ma, al contrario, la sommatoria dei vantaggi legati alle esenzioni, aggiunta alle detrazioni fiscali ed ai sistemi incentivanti già esistenti, potrebbe superare i 90 €/MWh (9 cent€/kWh), costituendo davvero un’occasione ghiotta.

Di recente, sono stati avviati dei bandi per ottenere contributi regionali da parte dei comuni piemontesi che, da oggi, potranno aggregarsi tra di loro per costituire le cosiddette «comunità energetiche». Il Piemonte è, infatti, la prima Regione in Italia a rendersi promotrice di tale nuova frontiera e a dotarsi di una legge sulle Comunità Energetiche. La Regione, attraverso incentivi ad hoc, si impegna a sostenere finanziariamente la fase di costituzione di tali comunità, le quali potranno anche stipulare delle convenzioni con ARERA, al fine di ottimizzare la gestione e l'utilizzo delle reti di energia. Si prevede, poi, l'istituzione di un Tavolo tecnico permanente fra le comunità energetiche e la Regione al fine di acquisire i dati sulla riduzione dei consumi energetici, sulla quota di autoconsumo e sulla quota di utilizzo di energie rinnovabili.

Un altro caso interessante riguarda la nascita di GECO (Green Energy COmmunity), un progetto di gestione comunitaria dell'energia che vede protagonista il quartiere Pilastro-Roveri di Bologna e che consentirà di ridurre le distanze tra produzione e consumo, promuovendo l’autoconsumo e/o lo scambio interno di energia prodotta in loco. Tra i principali obiettivi c’è quello di rendere il cittadino sempre più “attivo” all’interno del processo di creazione, produzione, distribuzione e consumo dell’energia. L'AESS (Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile della Provincia di Modena) è il soggetto coordinatore del progetto, insieme ad UniBo, ENEA, all'Agenzia Locale di Sviluppo Pilastro/Distretto Nord-Est e al CAAB (Centro Agro Alimentare di Bologna), oltre alle imprese/cittadini che decideranno di aderire al progetto. A questi si aggiunge il finanziatore del progetto, Climate-Kic, la comunità nata per diffondere la conoscenza, promuovere l’innovazione nella sfida ai cambiamenti climatici e favorire lo sviluppo e la creazione di una società low- carbon.

Ma il progetto va anche oltre i meri aspetti tecnico/economici, in quanto le comunità di energia rinnovabile potranno rappresentare uno strumento efficace per le situazioni di disagio sociale, sia in termini di garanzia della fornitura energetica sia in termini di opportunità occupazionali nei territori. Al fine di recepire a livello nazionale la direttiva europea, è stato istituito un tavolo nazionale sulle comunità energetiche. Il progetto, cominciato nel settembre del 2019, si concluderà nell’agosto 2022, per un periodo complessivo di 35 mesi.

Per approfondimenti sul progetto GECO:

https://www.aess-modena.it/it/manifesto-geco/

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